sabato 16 novembre 2013

La mia esperienza a Medjugorje

di Matteo Dotti

Siamo tornati dal pellegrinaggio a Medjugorje circa da due settimane e volevo trasmettervi i frutti e la gioia di questa esperienza che continua a far sentire i suoi frutti.
Chiunque sia stato a Medjugorje può testimoniare di aver vissuto un’esperienza speciale, unica. Si parte in un modo e si ritorna diversi, cambiati, in una parola CONVERTITI.
Ero abituato ad andarci in pellegrinaggio con i miei fin da piccolo, ma quest’anno è stato speciale perché condiviso per la prima volta con la mia comunità, con la famiglia del seminario, portando così il mio presente da seminarista in un luogo a cui sono molto legato.

Arrivati abbiamo avuto la grazia di essere presenti all’apparizione della Madonna alla veggente Marija. È stato un momento di particolare emozione soprattutto quando la veggente ha interrotto di colpo la preghiera ed ha fatto qualche minuto di silenzio: Maria era arrivata. In quel momento uno pensa: “Maria è appena scesa dal Cielo ed ora è sulla Terra!”. Allora capisci che quello è il momento perfetto per affidarle tutte le intenzioni che hai nel cuore e non esiste che non arrivino a lei!

L’indomani è stato il giorno del Krizevac, il monte della croce. Pian piano che salivamo sentivo come il Signore mi stesse facendo capire di quante cose inutili avessi accumulato nel mio cammino e come queste mi rendessero ancorato al terreno impedendomi di alzarmi verso di Lui. Così tutta la salita è stata un cammino di purificazione e di presa di coscienza che la conversione è per tutti, anche quando si crede di essere già sulla strada giusta. L’invito di Maria quando parla di “conversione” è un messaggio che tocca tutti i cuori, anche di chi si professa un cristiano doc. Tutto ciò meditando il cammino della Croce di Gesù. 
Lungo la salita il Signore ci ha dato la grazia di poter portare per un po’ la barella di una ragazza invalida. Questo fatto ci ha avvicinati alla realtà del Calvario, alla consapevolezza che Cristo è accanto a noi anche se a volte non ce ne accorgiamo e di quanto importante sia la vicinanza al prossimo in difficoltà. Arrivati in cima al monte abbiamo avuto l’opportunità di completare questa cammino interiore con la confessione e con un momento di preghiera.

L’esperienza di Medugorje è stata anzi tutto un’esperienza di preghiera e di incontro con Maria, scoprendo quanto essa sia importante nella vita di un seminarista. Questo pellegrinaggio è stato per me un momento speciale per fare un attimo silenzio ed ascoltare la voce del Signore; gli ho affidato quest’ultimo anno di seminario minore e ho chiesto la grazia di fare sempre la sua volontà soprattutto nella decisione, a fine anno, di entrare nel noviziato.

Siamo tornati rinnovati, consapevoli che il pellegrinaggio non era finito ma appena iniziato, il pellegrinaggio della testimonianza e di trasmettere quanto vissuto a Medugorje nella quotidianità della vita.

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